Dedicato alla Madonna della Pace da Carlo Emanuele I, Duca di Savoia, il grande e magnifico tempio, vanto di tutto il Monregalese, è da tutti conosciuto come il santuario della Madonna di Vico, Regina del Monteregale.
Splendido esempio del barocco, voluto dai Savoia come mausoleo della famiglia ducale, domina con la sua magnifica cupola ellittica la conca vicese.
Tutto il paese, steso sulla collina intorno, sembra esserle corona ed abbraccio affettuoso.
Inizialmente, una piccola edicola dipinta forse nella seconda parte del XV secolo, a giudicare dai canoni pittorici dell’affresco, richiamò folle a partire dal 1590.
La sua nascita è scritta nella leggenda. Si racconta che la figlia di un fornaciaro, disperato perché il cattivo tempo non permetteva la cottura dei mattoni necessari per i lavori del castello di Vico, abbia avuto una visione con la quale avrebbe ottenuto la grazia del sole. Il padre fece erigere un pilone.
Molti anni dopo, un ragazzo del paese, tale Giulio Sargiano, andando a caccia, per errore colpì il seno del dipinto della Vergine, coperto da rovi.
I vicesi sofferenti in quegli anni di peste e di miseria, accorsero là a chiedere la protezione dal cielo. Sorse così una prima, povera cappella ad opera del sacerdote Cesare Trombetta. La notizia della devozione si sparse e da tutto il Piemonte accorsero folle entusiaste e oranti.
Al passa parola si unisce l’interesse della moglie di Carlo Emanuele I principe di Savoia che, figlia di Carlo V di Spagna, contribuisce alla diffusione dell’informazio-ne oltre i confini del monregalese e del Piemonte.
Grandi folle di pellegrini arrivano da ogni dove e per Vico vogliono dire commerci, sviluppo urbano e viario, ricchezze.
Il Duca fa realizzare un piccolo acquedotto, il primo in questi luoghi, per dissetare i tanti pellegrini e decide di innalzare un grande tempio che dia lustro ai Savoia e divenga mausoleo della casa regnante, ad imitazione di quello spagnolo, l’Escurial, costruito dal suocero. Incarica l’architetto Vittozzi dei lavori che iniziano subito.
Si progetta una nuova strada che, passando per Piazza, porti in modo più veloce e diretto al luogo di culto, l’attuale via detta “delle cappelle”.
Nel 1596 dà l’incarico al grande architetto Vittozzi di costruire un tempio maestoso, degno del nome del sovrano che ne è il committente.
La costruzione, anche a causa del periodo sociale e politico turbolento, prosegue a rilento, con molte interruzioni. Le funzioni continueranno per quasi 200 anni a essere officiate nella piccola e povera cappella voluta dal vicese Cesare Trombetta, contenuta nella fabbrica del tempio.
Se è vero che all’inizio del 1700 la tomba dei sovrani savoiardi diventerà la basilica di Superga a Torino, non per questo il tempio non sarà un meraviglioso complesso barocco che tutt’ora suscita la meraviglia di quanti la guardano.
Né Vitozzi (che morì nel 1615) né Carlo Emanuele I (spentosi nel 1630 ed ivi sepolto) riusciranno, però, a vedere il Santuario completato.
Solo nel Settecento ci sarà un nuovo impulso alla ripresa. Un altro architetto, Francesco Gallo, proseguirà i lavori. Così, nel 1731, si perfezionerà il progetto della maestosa cupola ellittica dai numeri colossali: alta 74 metri, con un diametro maggiore di oltre 36 metri ed uno minore di 25.
Conclusi i lavori di costruzione - che, in realtà, si completeranno solo nel XIX secolo con le tre facciate ed i campanili, - inizia l' "avventura" della decorazione. Molti rinunciarono, altri non furono considerati all'altezza. Quello che viene definito un "poema pittorico", una serie di affreschi che copre una superficie di più di 6000 metri quadrati, sarà portato a termine nel 1752 da Mattia Bortoloni e da Felice Biella.
Per conoscere meglio i tesori artistici contenuti nel grande Santuario di Vicoforte, si invita a collegarsi con il sito del Santuario di Vicoforte www.santuariodivicoforte.it